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BANCA DEL FUCINO: “Siamo tornati al centro del panorama economico italiano”

By 6 Luglio 2023No Comments

SRI Group fra gli azionisti rilevanti

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Cambiare pelle senza rinnegare il passato, è ciò che ha fatto Banca del Fucino, storica banca privata romana che quest’anno festeggia i cento anni. «Siamo riusciti ad aprire nuovi capitoli della sua storia senza chiudere quello precedente. Abbiamo riportato la Banca del Fucino al centro del panorama economico delle sue storiche regioni di appartenenza e sviluppato nuovi prodotti e servizi, aumentando marginalità e migliorando tutti gli indicatori di redditività», sottolinea il suo amministratore delegato, Francesco Maiolini, nel raccontare l’operazione di ricapitalizzazione e di rilancio, avviata con l’integrazione con Igea Banca nel luglio 2020 e che può dirsi felicemente conclusa: è cresciuta la raccolta diretta, l’attività creditizia, i bilanci sono solidi. «Un rilancio iniziato con l’abbattimento di un Npl ratio che raggiungeva il 39%, un dato che avrebbe sostanzialmente costituito ostacolo a qualsiasi tipo di progetto, e che in soli due anni, grazie a operazioni di derisking e al miglioramento della qualità del credito, è stato riportato sotto il 6%».
La seconda sfida era rafforzare il capitale della banca in un contesto di mercato ben poco favorevole, un obiettivo raggiunto creando un nuovo modello di business appetibile per gli investitori, proponendosi come un gruppo bancario dinamico in grado di operare anche in settori nuovi. «Parliamo delle energie rinnovabili e del fintech, abbiamo adoperato la seconda licenza bancaria per sviluppare una piattaforma digitale di lending per le piccole e medie imprese», spiega Maiolini. «Con l’acquisizione attraverso la nostra controllata Fucino Green della maggioranza di E-Way Finance, la più grande piattaforma italiana di sviluppo nel settore delle rinnovabili, siamo divenuti il gruppo bancario italiano con i maggiori asset industriali». Un’iniziativa che sarà ulteriormente valorizzata, la banca è al lavoro con l’advisor lntesa Sanpaolo con l’obiettivo di portarla sul mercato dei capitali entro i prossimi 24/36 mesi e, sempre in tema di green economy, si sta valutando la possibilità di dare alla banca fintech anche la connotazione di banca per la sostenibilità che guarda al mondo delle rinnovabili, come pure al settore dell’acqua e delle utilities in generale. La trasformazione del modello di business non ha riguardato solo queste due operazioni, Banca del
Fucino ha scelto di puntare sulla specializzazione, sulla ricerca di nicchie di mercato, la strada è stata quella di acquisire sul mercato le necessarie professionalità. La divisione Health & Pharma, ad esempio, è focalizzata sul comparto delle farmacie, case di cura, laboratori di analisi e aziende ospedaliere
e i loro fornitori, una scelta, sottolinea Maiolini, in linea con il tema della sostenibilità, con notevole impatto sociale e che può offrire interessanti ritorni economici; altre iniziative riguardano i crediti speciali, con l’offerta di strumenti di finanziamento innovativi e il supporto per l’utilizzo del Pnrr, e l’attività di capital market. «Roma è stata storicamente la piazza dei finanziamenti a medio e lungotermine, fino agli anni Novanta avevano sede qui tutte le principali banche di credito industriale. Abbiamo ritenuto che ci fosse spazio per restituire all’imprenditoria romana, una realtà da non sottovalutare, una banca in grado di offrire servizi specializzati oltre ai conti correnti e alla tesoreria».
Altri interventi hanno riguardato la rete commerciale, rafforzata con l’ingresso di giovani talenti, mentre sul lato della struttura patrimoniale, è stato appena autorizzato dalla Banca d’Italia un aumento di capitale che a conclusione consentirà di raddoppiare i mezzi patrimoniali. «Un’operazione di rafforzamento indispensabile per espandere la nostra attività e che potrà consentire, in prospettiva, di valutare opzioni di crescita non solo per linee interne». È doveroso rimarcare che quella della Banca del Fucino rappresenta una delle poche operazioni di aggregazione e rilancio che non ha comportato sacrifici
occupazionali, come fa notare Maiolini. «lnvestire su questa banca in una logica di discontinuità dal punto di vista dell’efficienza, ma di continuità con la sua storia e con la responsabilità sociale di rispettare il suo patrimonio di lavoro e di competenze, è quello che ci ha ispirato sin dall’inizio. Aver consentito a tanti di continuare a crescere col nostro istituto rappresenta forse il risultato più importante che abbiamo ottenuto». Il Roe del 9% raggiunto quest’anno, osserva, è la dimostrazione che per ottenere risultati positivi un’operazione di aggregazione non deve incidere necessariamente in negativo sulle persone.
«Voglio anche sottolineare che questo progetto non l’abbiamo portato avanti da soli, ma con lo sforzo e l’impegno delle organizzazioni sindacali. Anche questo ci fa guardare con fiducia al futuro».